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Il mondo sta affrontando una difficile sfida a livello sociale ed economico. Oggi c'è grande attenzione per far combaciare due elementi fondamentali per la buona produzione industriale, vale a dire le strategie di Lean Production e le norme per contenere il contagio da Covid-19, malattia infettiva del ceppo a Coronavirus. Sappiamo che questo virus è responsabile di una grave pandemia che ha rivoluzionato le nostre vite, a partire dagli aspetti privati a quelli pubblici. Lo stesso vale per le aziende che devono rivedere protocolli, norme di sicurezza, fasi di produzione e distribuzione.
Impossibile muoversi come prima, c'è bisogno di maggiore attenzione e di un rispetto continuo delle regole imposte dal Ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità.
C'è da aggiungere, però, che la relazione tra Lean Production, ovvero l'insieme di regole relative alla produzione snella, e le conseguenze del nuovo Covid-19 hanno dei confronti interessanti per le aziende che continuano a operare e vogliono sempre ottenere il massimo.
Si apre così un’altra importante parentesi, come mantenere i lavoratori al sicuro o almeno con minor rischio di contagio durante la pandemia per consentire all’economia di proseguire? Ecco cosa approfondire.
Le considerazioni che faremo sono legate alla nostra esperienza logistica e industriale in considerazione alle linee guida del sistema sanitario italiano.
Dalla logica push a quella pull, cosa significa
A fronte delle notevoli difficoltà che ha avuto il sistema economico nazionale, con l'intera filiera che ha risentito dei lunghi periodi di lockdown, la differenza tra logica push e pull è stata decisiva. Oggi più di ieri è necessario abbandonare l'idea di spingere materia prima, scorte e materiale di produzione in abbondanza nel magazzino.
Chi ha ascoltato i criteri del percorso pull - chiamare ciò che serve e tirarlo in magazzino solo quando necessario "Just In Time" - ha avuto la possibilità di regolare in modo schematico e preciso le richieste ai fornitori. Mantenendo un'organizzazione del magazzino sempre puntuale. Evitando sprechi e notevoli perdite economiche.
La pulizia della postazione, igene e sanificazione
Sappiamo bene che uno dei punti da valutare con maggior attenzione per contrastare la diffusione del virus è l'igene e la pulizia delle superfici. Lavarsi frequentemente e accuratamente le mani con sapone e asciugamani monouso è la prima cosa da fare, quando questo non è possibile si consiglia l’utilizzo di soluzioni a base alcolica e che non richiedono il risciacquo.
La sanificazione dei locali e la costante pulizia delle superfici a maggior contatto è un’altra importante risorsa da sfruttare. Uno dei punti fondamentali viene espresso dal rapporto su sanificazione di superfici, ambienti e abbigliamento:
Su banconote e vetro la presenza delle particelle virali infettanti è stata rilevata fino a 2 giorni dopo la contaminazione. Più lungo l’intervallo di tempo su acciaio inox e plastica: le particelle virali infettanti sono state rilevate, infatti, fino a 4 giorni dalla contaminazione.
Sappiamo bene che nella famosa matrice delle 5S relativa alla Lean Manufacturing c'è una voce che aiuta ad affrontare questo presupposto.
Vale a dire la pulizia della posto di lavoro e degli strumenti.
Il dipendente deve essere coinvolto nel processo che consente di avere un punto di lavorazione sempre in ordine e, soprattutto, pulito.
A maggior ragione in questo periodo in cui detergere le superfici (scrivanie, scaffali, mensole) è un buon modo per prevenire la diffusione del nuovo Coronavirus è indicato aumentare la frequenza con la quale vengono effettuate le pulizie di routine, prestando particolare attenzione a interruttori, maniglie, sanitari e attrezzi di uso comune... La pulizia del posto di lavoro è un plus difficile da ignorare, oggi ancora di più.
Distanza sociale nel posto di lavoro
Uno dei passaggi fondamentali che riguardano la pandemia del SARS-CoV-2: la distanza sociale.
Premettendo che non si hanno ancora informazioni chiare sulla distanza effettiva da mantenere per essere “sicuri”, prendiamo in considerazione la più comune di 2m.
Da quanto diffuso dagli enti sanitari, più la distanza sociale interpersonale aumenta, più si è sicuri, inoltre nei luoghi aperti con buon ricircolo d’aria il rischio di contagio è inferiore.
Le persone non devono creare assembramenti, in questo modo è possibile rispettare il primo principio per evitare contagi. Nei luoghi di lavoro per la stra grande maggioranza si parla di ambienti chiusi nei quali l’unico accorgimento attuabile resta l’allontanamento professionale.
Questo significa, nella logica dell'azienda affiancata da una buona strategia di lean production, automatizzare tutto ciò che può essere risolto attraverso questa dinamica e dislocare le postazioni e scaglionare i turni in modo da poter mantenere la stessa forza lavoro.
Escludere l'elemento umano, ricollocato magari in smart working, e affidare il compito alle macchine o robot vuol dire aumentare la sicurezza interna dell'azienda. Se sei riuscito ad assicurare una certa distanza tra un operatore e l’altro sul posto di lavoro, adesso devi estendere le norme di sicurezza a tutto il tuo stabilimento. Questo permette di prendersi cura delle persone e, indirettamente, aumentare l'efficacia della produzione interna che non deve fermarsi a causa della pandemia o possibili contagi.
Ma anzi riesce a ottimizzare gli spostamenti e i processi. Per ottenere questo risultato si possono investire risorse in un sistema AGV Utek, carrelli che seguono percorsi stabiliti per il trasporto, oppure una chiara segnaletica orizzontale che con la sua componente visual, sono ideali in queste situazioni.
Crea percorsi a un unico senso di marcia, limita l’utilizzo di locali di piccole dimensioni con cartelli informativi e assicurati che le norme di sicurezza come l’utilizzo delle mascherine e la corretta igiene delle mani, vengano eseguiti correttamente.
Spesso gli spazi comuni come mense, bagni e corridoi sono i luoghi di maggiore aggregazione e che rischiano di vanificare gli sforzi fatti fino a quel momento per evitare i contagi. La sicurezza è un punto nevralgico delle mense e dei punti di ristoro comuni nelle aziende, molte persone a orari simili si riversano nei medesimi locali e non utilizzano mascherine di protezione mentre mangiano. A questo problema sono state date differenti soluzioni, chi ha chiuso i locali obbligando a trovare in modo autonomo una soluzione e chi ha optato per offrire pasti preconfezionati o consumabili in modo pratico all’esterno degli spazi aziendali.
Ricircolo dell’aria
E' noto come il virus si trasmetta attraverso goccioline trasportate dall’aria, alcune ricadano velocemente al suolo ma molte altre invece restano sospese nell’aria per più tempo.
Risulta dunque evidente come i locali chiusi siano luoghi con maggiore possibilità di contagio.
La maggior parte dei lavori vengono effettuati all’interno di locali aziendali, sia per motivi pratici sia per evidenti necessità di utilizzo di macchinari o dispositivi collocati in stanze apposite.
Visto che dislocare certi mezzi di lavoro non è fattibile, la ventilazione è una buona arma per cercare di prevenire il contagio.
Aprire le finestre a intervalli regolari di tempo o se la stagione lo consente, mantenendole aperte, aiuta la ventilazione dei locali, in caso di spazi molto ampi come le linee di produzione si può prendere in considerazione l’apertura dei portelloni o l’attivazione di ventole di aerazione.
Test anti Coronavirus
Una prima possibilità da prendere in considerazione è lo svolgimento di test periodici a tappetto su tutti i dipendenti.
In circolazioni ci sono diversi tipi di test, i due comunemente riconosciuti sono quello degli anticorpi, per sapere se hai avuto il virus in passato e quello dell’antigene o molecolare che ti sa dire anche se lo hai al momento.
Questi test possono essere una sicurezza in più da offrire ai tuoi collaboratori ma non assicurano nessuna certezza.
Innanzitutto sono abbastanza costosi e vengono svolti ancora in numeri limitati, in secondo luogo non assicurano risultati attendibili al 100% o in grado di dare sicurezze sul lungo termine.
Un’alternativa ai test medici e decisamente più economica, è la misurazione della temperatura a tutti coloro che entrano in azienda.
Anche questa tipologia di “analisi” non offre una soluzione al problema perché tanto quanto ai test clinici, non è in grado di assicurare che una persona con febbre sia realmente contagiata, né che una senza sintomi evidenti come febbre, al contrario non lo sia. Il controllo con termometri o termoscanner è da considerarsi più una buona norma di prevenzione che può, unita ad altre, limitare il diffondersi del virus.
Il controllo delle temperature che risulta una misura preventiva a tutela degli stessi dipendenti, non lo è in tutti i paesi perché se il congedo di malattia non è retribuito, costringere chi risulta con febbre a restare a casa o effettuare costosi test non è possibile.
Dispositivi di protezione anti Covid-19
Di sicuro è importante rispettare le norme imposte da ministeri e istituti di sanità. Ma è anche vero che per mettere in pratica tutto ciò è necessario avere una strumentazione adeguata, bisogna poter contare in primo luogo su una disponibilità di mascherine e dispositivi di protezione individuale “DPI”. Poi anche l'azienda, sia nelle sue aree aperte al pubblico che quelle di servizio, deve offrire strumenti di protezione, detergenza e sanificazione. Di dispositivi di protezione per prevenire il diffondersi di “goccioline” virali ne esistono vari ma bisogna sottolinearne la loro minor efficacia a confronto delle mascherine. Ecco cosa bisogna avere per assicurare la massima protezione possibile:
- Pannelli divisori
- Schermi parafiato
- Dispensatori di gel disinfettante
- Tappeti per la pulizia delle suole
- Adesivi per la distanza sociale
In alcuni ambienti di lavoro vengono fornite in modo sostitutivo o aggiuntivo visiere parafiato, occhialini di protezione o schermi parafiato.
Questi dispositivi servono per prevenire il contagio quando è difficoltoso utilizzare in modo prolungato la mascherina o quando non è possibile assicurare il distanziamento sociale.
Esistono innumerevoli versioni di schermi parafiato che si adattano alle esigenze di lavoro del singolo operatore.
Sono strumenti utilizzati principalmente in uffici piccoli o da chi lavora a stretto contatto con il pubblico.
In alcuni casi però vengono realizzate su misura soluzioni in grado di adattarsi agli spazi limitati di un macchinario dove più di un operatore deve lavorare in maniera simultanea.
La vera sfida di questi schermi di protezione è riuscire a fornire protezione e al contempo non intralciare il lavoro di chi deve svolgere la propria mansione.
Oggi è indispensabile applicare i principi delle 5S - compreso il passaggio dedicato alla pulizia della postazione - alle logiche aziendali. Maggior efficienza vuol dire anche rispetto delle regole, e in questa condizione ne abbiamo bisogno per creare un ambiente sicuro (anche per il Covid-19) in azienda. Per ulteriori informazioni su come applicare il metodo Lean in azienda contattaci all'indirizzo e-mail info@utekvision.com.